zioni risultano più problematiche che espressive; la forza della seconda strofa risiede soprattutto nello spostamento eufemistico della parola «grave» [tomba] in una immagine di gravitazione («Avvolta nel corso diurno della terra»). E sebbene il tono di questa strofa resti indefinito, è chiaro che una parola viene qui silenziosamente pronunciata senza essere trascritta. È una parola che rima con «fears» [paure], «years» [anni] e «hears» [ode], ma che viene estromessa proprio dall'ultima sillaba della poesia, «trees» [alberi]. Se àd essa sostituiamo «tears» [lacrime], ecco che la vivificante metafora cosmica prende vita, e il lamento del poeta riecheggia nella natura come in un'elegia pastorale. Ma «tears» deve lasciare il posto a ciò che è scritto, ad un suono scialbo ma definitivo, il suo anagramma «trees». L'elegia pastorale, dove le rocce, i boschi e i ruscelli sono chiamati a piangere la morte di una persona o a fare da eco al lamento di un amante, può sembrare un genere eccessivo perché vi rientri un'iscrizione così semplice ed essenziale. Eppure, la presenza attenuata di questa forma ci ricorda che cosa significhi essere un poeta della natura. Come sappiamo dal suo poema autobiografico Prelude, Wordsworth era consapevole sin dall'infanzia che la natura emanava delle «forme sconosciute dell'essere», e che queste chiamavano ad una strana comunione di sentimenti. Era posseduto da un universo animistico che sembrava stimolare, partecipare e fare appello alla sua immaginazione. I Lucy Poems evocano uno spirito naturale in forma umana, che prende forse a modello la sorella e anticipa la Cathy Linton di Cime Tempestose. Non ha senso pensare a un istinto di morte, a meno che non lo si colleghi ai sentimenti estatici di questa poesia. Ma qual è l'origine di questi sentimenti? Wordsworth infatti non dice di aver proiettato le sue emozioni di sognatore sulla ragazza. È piuttosto la nostra abitudine a dare priorità allo stato psicologico dello scrittore, è la nostra incapacità di 113
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