Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

Gli amori in prosa e in rima del Cardinal Pietro Bembo là veggo Pietro Bembo, che 'l puro e dolce idioma nostro, levato fuor del volgare uso tetro, qual esser dee, ci ha col suo esempio mostro. Ariosto, Orlando furioso, LXVI, 15 1. Le posture degli Asolani Nel ritratto che Tiziano ce ne ha lasciato, Pietro Bembo è raffigurato negli ultimi anni della sua vita, in veste di cardinale. Ma, sotto i colori ed il taglio obbligati dell'abito curiale, sembra che il pittore abbia voluto, del suo soggetto, darci un'immagine che ne colga il nodo saliente della personalità e dell'opera scritta: il modello dialogico, il desiderio di convincere e comunicare attraverso la finzione di una pedagogia del dibattito e della contrapposizione. Il volto è dipinto in tralice, come guardasse a un ideale interlocutore, la mano richiama il tipico gesto dell'argomentare, il pollice proteso, a contrasto con le dita che sembrano voler raccogliere, e concludere, il filo di un discorso protrattosi nel tempo: una posa che non è da escludere sia stata suggerita dallo stesso committente, attento, come egli ci appare, particolarmente negli Asolani1 , alle posture, all'atteggiarsi dei suoi personaggi. Nelle Prose della volgar lingua il Bembo si limita a indicarci, all'inizio della prima giornata del dialogo, l'avvicinarsi dei gentiluomini al «buon fuoco» che ardeva nel 97

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==