Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

può varcare nell'isola, Napoleone, ogni volta che questi vengono stabiliti dopo che invano ha tentato di allargarli, allora li riduce, per, entro i propri limiti, essere libero. Finché si ritrova chiuso in casa, e anche qui allora ripropone suddivisioni e confini, barriere per gli altri e per se stesso: «Ho rinunziato a tutto, non mi restano che le quattro stanze che vedete, voglio almeno restarci in pace». E c'è la parete a vetri dei sogni degli analizzanti: «Se infine vogliono spingere l'oltraggio fino a quel limite, possono venire a guardarmi attraverso le mie finestre quando dormo, e dormo spesso; ma che nessuno penetri nel mio appartamento». Ridotto a letto da una lunga agonia, la riproduzione del suo luogo della fobia è infine popolata nel delirio da una moltitudine di animali: «20 aprile. Conversazione dell'imperatore con Pierron: "Quanti buoi? E montoni? E capre? eccetera". E ancora, e poi ancora: "Allora non ha portato niente? Quanti buoi? Quanti montoni? Quante capre? Quante galline?"». Ogni corpo che prenda posizione può aver davanti a sé un fossato che lo metta al riparo dalla cavalleria. «La primavera scorsa fui colpito nelle braccia, credetti di dover abbracciare. Un'ansia vaga mi spinse ad andare con le nubi. Perché gli occhi mi si riempiono di lacrime?». Le braccia stringono o allontanano? Se lo chiede ancora Paul Klee nel Diario (1901-1902, p. 98), l'artista dell'eroe con braccia e gambe spezzate. Ma quando, come Napoleone al bagno, si spoglia nel segreto chiuso del suo carrozzone Alonzo, the Armless, il Senzabraccia, di uno dei circhi di Tod Browning, regista in questo caso nel 1927 di The Unknown, lo sconosciuto, dal busto-corazza che le nasconde, emergono entrambe le braccia. 77

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