Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

miliare per allontanarsi dalle fantasie nevrotiche deve subire una curiosa distorsione. Riferendosi al saggio del 1909 di Otto Rank:, Il mito della nascita dell'eroe, Freud per prima cosa nega a quello scritto, per assumersela, la paternità di Rank che «allora subiva ancora la mia influenza» e pubblicò «per mio incitamento». La «leggenda mediana» che se ne ricava, con un montaggio che Freud riferisce alla tecnica del montaggio fotografico usato da Galton, del quale parla anche nell'Interpretazione dei sogni e ancora nell'Introduzione alla psicoanalisi riguardo al lavoro onirico, sogno, fotografia e romanzo familiare si apparentano su uno sfondo darwiniano, ricordiamo come Darwin stesso era apparentato con la fotografia, da cui emergono straordinarie somiglianze in popoli lontanissimi geograficamente gli uni dagli altri, nella storia della nascita dei loro eroi nazionali, può essere riassunta nel quadro seguente: 1. «L'eroe è figlio di genitori di altissimi natali, il più delle volte è figlio di re». 2. «Il suo concepimento è preceduto da difficoltà, come astinenza o lunga sterilità o amplesso segreto dei genitori a causa di divieti o ostacoli esterni». 3. «Per tal ragione il bimbo appena nato è condannato alla morte o ad essere esposto». 4. «È allora salvato da animali o da umili persone (pastori) e allattato da un animale femmina o da umile nutrice». 5. «Cresciuto, dopo vicende molto complic�ate ritrova i nobili genitori, si vendica del padre da un canto, e dall'altro viene riconosciuto e diventa grande e famoso». Niente in Mosè e il monoteismo ci fa pensare che Freud si sia reso conto di quanto andava facendo, anzi Freud segnala come il suo svolgimento sia in accordo, rispecchi «il romanzo familiare» così come l'aveva presentato in passato, semplicemente sottolineando, per Mosè, uno spostamen51

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