Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

Portato dalla natura e dall'infermità a unamalinconia che «potrebbe assomigliarsi» all'idra (mostro con sette teste, che è inutile recidere), egli si consola e si salva in questa caccia dei pensieri, che lo tiene occupato «tutto il giorno»: io non sono così freddo e gelato ch'io sia costretto ad uccidermi, ma a guisa di cacciatore il quale abbia lanciato il dardo mi par di aver fatto preda prima ch'io abbia presa la fera con le mani, e mi par di antiveder di lontano le cose simili e le consequenti. (ibid.). Lo stile lo riscalda, anche con l'illusione di possedere i pensieri prima ancora di averli colpiti, col presentimento di trovare, «per aventura una volta», in ordine le cose. È giusto dire che «la virtù di questa prosa sta nell'interna tensione e nell'instabile equilibrio delle sue coordinate stilistiche»7 : ma bisogna sapere che lo stile, in questo caso, è un nodo vitale, che la sua tensione incide nella sostanza delle cose che si dicono, e identifica la stessa possibilità di dirle con la «speranza» che al poeta rimane di non perdersi nella sua soverchia malinconia, o «nuova pazzia», come lui stesso la chiama. Si può dunque riconoscere nei «momenti più alti» dello stile dei Dialoghi - in una «sommessa eloquenza tutta interiore», come in un «ritmo indimenticabile» o in una «sensualità lieve, aderente all'oggetto»8 -lo stesso lucido segreto che tiene il loro autore legato alla vita. Si può sciogliere l'analisi dei Dialoghi - come è stato fatto in acute dimostrazioni9 -dal rilievo del sistema dottrinale, per seguire il vario intreccio degli «atteggiamenti» e delle «ispirazioni» e annotare forme e qualità della prosa poetica10 : si può procedere in questo modo, in una lettura per così dire rapsodica, purché alla fine tutto - annotazioni e «sparsi frammenti» - si riporti a quel segno esistenziale, a quel progetto elaborato lucidamente - anche se non si può dire con quanta consapevolezza 26

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