Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

La voce dipinta Quando Bonnard, che non datava le sue lettere, così incominciavo un recente editoriale, segnava ogni giorno sulla sua agenda la rappresentazione delle condizioni del tempo, nuvoloso, molto nuvoloso, sole, metteva dietro la parola tempo il disegno, o meglio il colore, che ne sfumava i bordi, di un tempo che dalla lingua e dal suono raggiungeva le forme naturali di un mondo in cui il tempo dell'uomo ritrova il segreto del paesaggio. Così i sintomi fobici hanno ritrovato una loro pianta, il luogo della fobia, e il godimento del padre, attraverso i sogni, i suoi colori e le gradazioni che lo riportano alle forme animali e a ciò che rimane del padre primordiale. La curiosità, l'intaglio di certe frasi nei sogni viene dalla curiosità, dalla stranezza che per noi mantiene l'esistenza di un linguaggio quando il pensiero che si costruisce e determina nel luogo della fobia in una pianta disegnata, con una barriera e un animale, l'animato e l'inanimato, ha sempre, . celati, segreti, i suoi «metereologica», dove «il sole si vela di nebbia e diviene indistinto, e prima dei terremoti che avvengono al mattino v'è talvolta forte freddo con tempo sereno». A questo si lega, per Aristotele, che un terremoto avvenga o non avvenga, abbia o non abbia un suono, o ci sia 5

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==