Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

Le rime di Gabriele Frasca Queste poesie di Gabriele Frasca mi sembrano muoversi su una linea di ricerca denotata in maniera forte dalla scelta di una modalità autoriflessiva, tesa a fare emergere, o a «generare», il senso direttamente per mezzo della «materialità e matericità» (Agosti) del significante. Una linea, pertanto- e lo si dica qui anche in netto contrasto con le posizioni avanzate da Ermanno Krumm nel fascicolo 67 di questa stessa rivista- dichiaratamente antimetafisica e antioggettuale; una poesia che si vuole eccedente ed eversiva nei confronti del discorso «comunicativo». È una scelta, del resto, evidenziata da tutto il lavoro, di critico, di poeta, di narratore, di questo autore. Nel fascicolo 45, gennaio-marzo 1975, del «Piccolo Hans», Gabriele Frasca ha pubblicato, con il titolo La furia della sintassi, una minuziosa analisi della sestina Lo ferm voler di Arnaut Daniel, analizzando in particolare il rapporto strettissimo tra la forma metrica, che trova la sua massima espressione nelle parole/rima, e il particolare universo semantico che essa circoscrive, e, potremmo dire, «fissa». Il reiterarsi delle parole/rima, secondo un ordine prestabilito, ne sottolinea con forza l'autoreferenzialità: l'obbligo di non variarne minimamente l'area significativa le costi178

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