Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

eletta. Portava il figlio con orgoglio sulla canna. Era mattina presto e pochi li videro partire. La madre baciò il figlio e gli mise in mano un fagotto che nella valigia di legno si sarebbe schiacciato. Anche la moglie lo baciò, i fratelli e i suoi due piccoli figli dormivano nella grossa. Così partirono padre e figlio, uno per andar soldato, l'altro per riportare a casa la bicicletta. La città dove li attendeva il treno distava 32 chilometri. A metà strada padre e figlio fecero pipì. Si salutarono al treno con un abbraccio, il sole era già spuntato e sembrava un giorno uguale a tanti altri. Poi la «Libia» e quindi la <<Grande guerra» altri suoi fratelli partirono per il soldato e la terra per il padre si fece dura come di sasso. Alla fine di questa lunghissima guerra tornò solo un figlio nella vecchia casa. Passarono mesi ed un giorno in fonda al paese si sentivano delle grida quasi disumane, era il vecchio, (ancor giovane) che gridava: "all'attacco! Sa- . ' ,, vota.... , I suoi vestiti erano unti, rotti e sporchi di fango. Le gambe sembravano quelle di un nano, in verità era stanco da trascinarsi sulle ginocchia. La sua voce sempre più forte ora gridava parole incomprensibili. La bocca spalancata arsa di sete. Lo raccolsero così in paese dopo che anche le ultime forze lo avevano abbandonato. Si seppe più tardi che lo tenevano ricoverato in un ospedale militare da dove era riuscito a fuggire. La moglie e i genitori lo protessero da dottori e marescialli. In campagna non disturbava e anche i vicini fecero cerchio per proteggerlo. Così il nostro vecchio (ancor giovane) visse isolato ma in famiglia. Solo molto più tardi dopo la morte della madre e del padre quando ormai ritenuto innocuo cominciò a lasciare la casa e recarsi in paese. Gridava sempre e cercava il Re. 172 Verrà un giorno... che incuntrarò l me Re

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