Il piccolo Hans - anno XVII - n. 68 - inverno 1990-1991

future» («la coscienza del futuro»)1 : una predisposizione, d'altronde tipica delle avanguardie in genere, ad abitare il futuro, a cercare altrove che nel presente uno spazio di collocazione per le proprie opere. Quella coscienza del futuro, quel "guardare avanti", era certo innanzitutto dello scrittore, riguardava cioè l'atto creativo in sé e doveva portare a radicali trasformazioni compositive e strutturali; ma, di fatto, riguardava anche il futuro dell'opera, diventava quindi un'interrogazione sul lettore. A differenza però di certe derivazioni dell'avanguardia, che radicalizzavano la separazione tra immagine artistica e tempo lineare e si riconoscevano in un programma di shock piuttosto che di consenso, per i primi portavoce del Modernismo il gesto compositivo, per quanto consapevolmente sperimentale, non sembrava prescindere da una volontà di comunicazione. Anzi, per molti di questi scrittori «the awareness of the future» dovette valere come un'assunzione di responsabilità nei confronti del lettore, e fece infine da argine alla chiusura più o meno sofferta dentro alla "stanza tutta per sé". L'ipotesi eliotiana di «un poeta che parla a se stesso - o a nessuno», certo necessaria in una fase di "rottura" con le forme della comunicazione convenzionalmente accettate dal contesto epocale, lasciava presto spazio a una sorta di "nostalgia del lettore": il lettore perduto, o il lettore a venire proprio dei programmi d'avanguardia, un lettore che comunque avrebbe dovuto comparire in un futuro quanto rpai prossimo, a sollevare l'artista da una scomoda solitudine e dal dubbio sempre più crescente di un'auto-riflessione compiaciuta. Quel lettore gli scrittori Modernisti l'avevano allora spasmodicamente invocato («mon semblant, mon frère», recitava la voce della Waste Land); avevano creduto di riconoscerlo tra anonime folle cittadine, disperso nella «Great grey Babylon» delle città moderniste; avevano voluto per lui un "nome comune di persona", come una qualsiasi Mrs. Brown trovata per caso su un treno. Ma non fu tutto. 138

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