Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

2 Fra l'ascolto e l'esecuzione verbale esiste un'attività intermedia. Che è vicinissima all'interpretazione e ne costituisce quasi il cuore. L'incolmabile intervallo fra l'ascolto e l'esecuzione verbale è per sua stessa natura idiota. Il materiale non è la materia. 3 Il fatto che i lettori russi ignorino i poeti italiani (intendo Dante, Ariosto e Tasso) è ancora più stupefacente se pensiamo che proprio Puskin ha assimilato dagli italiani l'esplosione, la sorpresa dell'armonia. Nella concezione di Puskin, libera eredità dei grandi italiani, la poesia è un lusso, vitale e necessario, amaro, talvolta, come il pane. Dà oggi a noi la cotidiana manna... (Purg., XI, 13) È splendida la fame di versi dei vecchi italiani, il loro feroce, giovanile appetito di armonia, il loro desiderio fisico di ritmo - il disio!3 I celebri denti bianchi di Puskin sono la perla maschile della poesia russa. Cosa lega Puskin agli italiani? La bocca lavora, il sorriso muove il verso, le labbra sono rosse di intelligenza e allegria, la lingua preme fiduciosa contro il palato. La strofa di Puskin o l'ottava del Tasso ci ridanno la nostra animazione, ricompensando cento volte lo sforzo del lettore. Non è possibile sepfirare l'immagine interna del verso dall'alternarsi continuo delle espressioni che balenano sul volto del cantore che parla e si emoziona. L'arte del parlare altera il nostro volto, ne fa esplodere 35

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