Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

UN ENORME ESPERIMENTO D'INTERPRETAZIONE Insieme al Viaggio in Armenia (pubblicato nel 1933) il Discorso su Dante1 (scritto fra il 1933 e il '34) introduce e accompagna il lettore nell'ultima grande fase della poesia di Osip Mandel'stam, quella dei Versi Nuovi (1930-34) e dei Quaderni di Voronez2 (193 5- 3 7 ). L'incontro con la Commedia è folgorante: «di Dante, Osip disse subito che era la cosa più importante di tutte.[...] Scovò una Divina Commedia di piccolo formato e se la portò sempre in tasca»3 • Dante come corpo estraneo - estraneo, per la lingua e la distanza, al poeta russo del ventesimo secolo - diventa il granello attorno al quale si stratifica geologicamente la poesia di Mandel'stam. Così la meteorologia applicata alla lettura di Dante, nel Discorso, è il viaggio del geologo armato di martelletto nella lingua e nella poesia, il viaggio di Mandel'stam nell'ultima fase della sua poesia. Nel granito Mandel'stam legge la stratificazione geologica e fisiologica della Commedia, fornendoci il primo strumento per entrare nella sua stessa poesia: Immaginate un monumento in granito eretto al granito per rivelare lo spirito che informa questo materiale, e avrete un'idea abbastanza chiara del rapporto fra forma e contenuto in Dante4 • I materiali poetici sono gli atomi di una massa in movimento. Mandel'stam scopre la corrente continua, l'impeto della creazione che attraversa la Commedia. È il procedere caratteristico del Mandel'stam dell'ultima fase, per il quale un unico impeto poetico lavora in una serie di testi, fino 22

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