Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

Sappiamo dalle lettere che dopo la morte di Abraham Freud desiderava che Ferenczi occupasse il posto rimasto vuoto a Berlino, e che nel 1932 gli offerse la presidenza dell'IPA, forse per toglierlo dal suo isolamento. Questo non era un tenero gesto materno, ma un atto paterno, un richiamo alla realtà. Freud, quindi, non seguì Ferenczi nel rapporto regressivo che egli gli offriva. E così, scrive Freud nel necrologio di Ferenczi, «il nostro amico cominciò il suo lento distacco da noi» (Freud, OC, 11, p. 321). Cercando di capire quale fu il posto effettivamente occupato da Ferenczi nell'ambito della psicoanalisi ungherese, arrivai invece a scoprire i suoi irresolubili problemi transferali. Il dissolversi di un'amicizia non era un evento raro tra i pionieri della psicoanalisi. Il motivo, in accordo con quanto sostiene Griinberger, è da ricercarsi nel fatto che il transfert tra Freud e i suoi discepoli era inestricabilmente mischiato a sentimenti di tipo fraterno. Questo. succedeva allora con grande facilità, e del resto ben sappiamo che succede spesso anche oggi tra analisti didatti e candidati. Livia Nemes BIBLIOGRAFIA Balint, M., (1949), Sandor Ferenczi, «lnt. J. of. Psyc.», 30, 215. Balint, M., (1958), Letter to the editor, «Int. J. of Psyc.», 39. Balint, M., (1970), Einleitung des Herausgebers, in Sandor Ferenczi: Schriften zur Psychoanalyse, Bd. I, Frankfurt, Fischer Verlag. Barande, I., (1972), Sandor Ferenczi, Paris, Payot. Cremerius, J., (1983), Die Sprache der Zartlichkeit und der Leidenschaft. Reflexionen zu Sandor Ferenczis Wiesbadener Vortrag van 1932, «Psyche», 37, pp. 988-1015. Dahmer, H., (1972), Sandor Ferenczi: Zur Erkenntnis des Unbewussten, Miinchen, Kindler Verlag. Dupont, J., (1972), Einleitung zur Ferenczis Schriften zur Psychoana170

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