Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

zato, e constata che i bestiari del Medioevo sostengono ancora l'estraneità animale; egli ritiene che l'animalità «cangiante» che tali bestiari esprimono perduri fino a Buffon, che sottolineando l'indubbia differenza fra uomo e animale «salva l'eterogeneità dei due mondi» (833). Affermando che «l'uomo ha una natura diversa, che fa sì che lui solo formi una classe a parte», Buffon prolunga la deroga. Ma in questa affermazione, affidata all'irreale, c'è l'annuncio della liquidazione dell'animalità come differenza radicale: «se l'uomo appartenesse alla classe degli animali, ci sarebbe nella natura un certo numero di esseri meno perfetti dell'uomo e più perfetti dell'animale, attraverso cui si scenderebbe insensibilmente e per gradi dall'uomo alla scimmia»10 • Darwin condurrà a termine l'eliminazione teorica, facendo dell'animale «il nostro simile, il nostro fratello (inferiore)», liquidando così la sua inquietante estraneità. Freud avrebbe dato il colpo di grazia e tolto all'animale ogni vero senso, stabilendo che esso non fa che rinviare all'immagine del padre (Roger, 1978, 836-7). «E questo rammarico di tanta brava gente davanti alla "sua" bestia, che le manchi la parola e solo quella, è profondamente giusto, poiché, nella testa dei suoi padroni, l'animale è un sottouomo con la lingua tagliata». Caccia Più concretamente, lo sterminio degli animali ci riconduce soprattutto alla caccia e ci interroga sul suo senso. Per Jean Baudrillard (1977, 6) «anche l'uccisione nella caccia rappresenta ancora un rapporto simbolico, a differenza della dissezione sperimentale». Occorre però intendersi sul tipo di caccia. In certe regioni della terra, animali i cui attributi sono molto valorizzati (pelo, pelle, avorio...) sono oggetto di 84

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