Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

mussulmani. Categoricamente escluso da certi regimi alimentari, il consumo del maiale è soggetto a restrizioni anche in società in cui è comunemente mangiato. Le ragioni addotte, d'origine essenzialmente «dietetica», rimandano allora sia a delle condizioni di produzione spesso deplorevoli che a delle angosce latenti collegate allo stato dell'animale (onnivoro, scatofilo e ritenuto sudicio9). Zoofagi e zoofili Le condizioni di produzione del maiale non sono disgraziatamente le sole che pongono talvolta dei problemi: «Finché l'uomo estenderà[...] il mondo agli animali, specialmente domestici, e si annetterà così delle specie estranee, egli raggrupperà in condizioni disumane degli animali di rendita destinati alla sua alimentazione». Le condizioni di produzione degli animali consumati in quantità industriale sono in effetti spesso scandalose e in forte contrasto con le cure talvolta eccessive dedicate agli animali domestici. Sulla concentrazione degli animali e, in particolare, sui poco patetici volatili, il proprietario di un allevamento di 50.000 capi, a proposito di qualche migliaio di morti spontanee che si verificano ogni anno, dichiara: «queste bestie non muoiono di malattia. Semplicemente non sopportano di vivere accalcate». Un naturalista texano precisa: «I polli allevati in questo modo mi sono sembrati infelici e in cattiva salute. Le loro creste sono scolorite e senza vita... ; i polli di batteria che ho osservato sembra che perdano il senno nel momento in cui normalmente si allontanerebbero dalle loro madri e se ne andrebbero nell'erba a cercare insetti per proprio conto. Sì, la batteria diventa 82

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