Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

Animali dal sogno al testo Rapide le figure animali in transito dal sogno al testo, e dal testo al sogno, mutano dimensioni, forme, colore: ingigantite, ibride, complici di un cromatismo stravolto, si delineano sul fondale di un paesaggio fantastico, a guardia dell'invenzione, e lo percorrono, lo pattugliano, lo autorizzano. Dove s'insedia una metamorfica immagine animale - simile a una ruga, a una piega nel visibile - là è attesa una visita umana, là è irretita la mente del sognatore. Un orizzonte marino che s'inarchi a rivelare mostri, meraviglie dell'onda e del profondo, o un cielo che si abbassi a rovesciare ali su ali e, in un grido repentino, le sillabe di un linguaggio mai udito, connotano la terra incognita che i sognatori di tutti i tempi hanno cercato di cartografare, coincidente ora con una zona inesplorata del pianeta, ora con la divinazione di mondi non terrestri, ora con l'abisso stesso dell'immaginazione onirica, speculare alle profondità dell'universo. E nessuna terra incognita sulla quale il sognatore possa oggi posare il piede sembra corrispondere al paesaggio qui descritto - essere questo paesaggio - quanto l'Antartide che Edgar Allan Poe ha rappresentato in Gordon Pym, assommando in essa le tre modalità: di una geografia sconosciuta che invita alla tra186

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==