Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

Il cane come confine tra natura e cultura Il cane occupa posizioni differenti nelle rappresentazioni di diverse popolazioni: «a metà strada tra l'umanità e l'animalità» presso i Salish (Lévi-Strauss, 1971, 468), operatore mitico del passaggio dalla natura alla cultura presso i Mynianka (Jespers, 1983), o ancora presso gli Jivaro, un travestito, mediatore tra il mondo femminile e maschile (Descola, 1986), il cane incarna frequentemente stati di intermediazione. Questo carattere connettivo è stato frequentemente sottolineato a proposito di società particolari (Tambiah, 1969; Dupire, 1985), ma ci si può chiedere se più in generale il cane, per la sua vicinanza con l'uomo, non rappresenti, più che una metafora particolare, il luogo quasi geometrico che ne fa un animale peculiarmente adatto «a pensare» la mediazione. In questo articolo, esaminerò in primo luogo la posizione del cane nelle rappresentazioni dei Mkako del Camerun per mostrare per quali ragioni appare come la figura stessa di una congiunzione ambigua. Altri animali sono equivoci nelle classificazioni indigene a causa, per esempio, delle caratteristiche morfologiche provenienti da categorie opposte. Il cane ha questo di diverso che può essere classificato simultaneamente in più categorie. 103

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