Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

gio, cioè fino al 1939 (per quanto cioè ci è dato di sapere). Alla lettera di Zweig Freud rispose subito, il 20.3.27, dichiarandosi onorato per la dedica offertagli dall'autore delle Novellen um Claudia (1912, primo libro pubblicato da A. Zweig), dimostrando con ciò di essere uno dei suoi lettori, e invitandolo a venirlo a trovare: «Non aspetti troppo a farlo, tra poco compirò 71 anni». Il tema della morte incombente tornerà spesso nelle lettere di Freud: colpisce il fatto che compaia già ora, nella prima, diretta ad una persona ancora sconosciuta. Dopo aver letto Calibano, il libro dedicatogli, Freud (2.12.27), con la consueta franchezza, dichiara che esso ha suscitato in lui «l'alternarsi di caldo consenso e di riserve critiche», e non nasconde di essere seccato per il fatto che accanto alla sua dedica compaia un atto di omaggio a Karl Kraus, «che nella scala della mia stima si trova ad uno dei gradini più bassi». Per quanto riguarda l'antisemitismo, Freud si dichiara incline a non cercare spiegazioni: «Mi affido ai miei affetti e mi sento rafforzato nella posizione totalmente a-scientifica, per la quale gli uomini presi così in media sono grosso modo della miserabile canaglia». Freud non disconosce la lodevolezza del tentativo di Zweig di indagare psicoanaliticamente l'antisemitismo, ma si ha l'impressione che lo consideri inutile: probabilmente perché quel che entra in gioco qui in modo determinante è il fattore quantitativo: l'aggressività, o conflittualità indifferenziata alla ricerca di contenuti cui ancorarsi. Contro i nazisti l'unica è ucciderli, oppure fuggire: «A proposito del Suo arzigogolare sul fatto che uno si debba sentire tedesco, lasci che io La liberi da codesta follia! Non si potrebbe una volta per tutte lasciare a se stesso questo popolo abbandonato da Dio?» (18.8.32). E a commento della notte dei lunghi coltelli: «Saputi i fatti del 30 giugno, la mia reazione è stata una sola: come, dopo l'antipasto, devo già alzarmi da tavola! Non arriva nient'altro? Ho ancora fame» (15.7.34). 94

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