Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

La guerra Quando Arnold Zweig scrisse per la prima volta a Freud, il 18.3.27, la Prima Guerra Mondiale si chiamava la Grande Guerra e a molti sembrava che tutto quel che restava da fare era l'elaborazione del lutto. Ho trovato il libro più noto di A. Zweig, La questione del sergente Grischa1 , che faceva parte di un progetto inizialmente concepito come trilogia insieme a Giovane donna del 1914 e Davanti a Verdun - trilogia continuata poi in tetralogia e infine in ciclo con altri titoli dallo Zweig vecchio (fino al '57) - nella biblioteca lasciatami da mio padre. A suo tempo questo libro fu un best-seller, appunto mondiale, e in Italia venne pubblicato dall'editore Mondadori nel '31 in una collana chiamata «I romanzi della guerra». A. Zweig dedicò gran parte del suo talento di scrittore all'elaborazione dell'esperienza della Grande Guerra, cui egli stesso partecipò da combattente volontario, e del viraggio, comune a tanti altri, Freud compreso, da un iniziale entusiasmo ad un finale e definitivo disgusto per il macello mai visto che si consumò nel fango delle trincee per l'ammontare di 8.000.000 di morti. Il tentativo di riassorbimento e comprensione dell'esperienza traumatica della guerra non riuscì alla generazione che ne fu travolta: la ripetizione cQn passo veloce ne prevenne il compimento. Il 16.12.342 Freud scrive a Zweig di sbrigarsi a terminare il romanzo di guerra, cui sta già da tempo lavorando (si riferisce a Davanti a Verdun), che corre il rischio di uscire «troppo tardi per attirare l'interesse che spetta ormai alla guerra prossima». Per il ciclo dei suoi romanzi contro la guerra A. Zweig riceverà nel 1958 il premio Lenin per la pace dall'Unione Sovietica. A Berlino, e bisogna specificare Est, al di là di quella cortina di ferro, che lì si presentificherà in muro, e che all'inizio dicevamo come lacerazione, Zweig visse 89

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