Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

mastica della fedeltà, dell'amicizia leale e indissolubile, pronta a fronteggiare coraggiosamente qualsiasi rinuncia, in cui si confondono vincoli solidali e vincoli di sangue (Pilade si presta a offrire la propria vita per quella del cugino Oreste). Una metafora «dove, in perfetta sintesi, si uniscono spirito di sacrificio e virilità», ma che tende proprio per questo a sfiorire nell'«immagine irrigidita ad icona»25 dell'«anfibio», dell'amazzone, dell'essere sbiadito e asessuato. Letta come un'immagine incrociata, la doppia metafora mitologica si carica invece di una mobilità, di una tensione irrisolta, divaricandosi e approfondendosi in una sorta di forbice: Kleist aderisce sempre più alla figura di Semele che Fouqué conierà per lui, Ulrike si ritrae invece progressivamente dalla scomoda e strenua identificazione piladica. Di Pilade conserverà però quel non poter essere ritratta separatamente, quel gioco di asimmetrie adombrato dagli sguardi delle miniature. «L'unica persona cara in questa famiglia era per Kleist Ulrike, anche se a volte litigò con lei. Nelle biografie di Kleist, Ulrike è diventata una specie di santa Veronica, che però condivise il destino di tutte le figure, specie femminili, che furono accanto a Kleist: quello cioè di non averlo "capito"»26 . Né di ciò Kleist era inconsapevole: lamentando anzi, senza nascondersi di esserne responsabile, il suo soccombere a questo «singolare destino». «Perché alla creatura che dovrei rendere felice non posso procurare altro che lacrime? Perché sono condannato come Tancredi a offendere con ogni atto la persona che amo?»27 • Si pensi alla fuga dall'amore che attraversa la 'vita di Kleist; nel modo più esemplare, di cui Kleist fa cenno senza perifrasi alla sorella, la fuga da Ossmannstedt, dove la «bellissima» figlia adolescente di Wieland, Luise, si era innamorata di lui; eppure Wieland aveva caldeggiato entusiasticamente la causa del Guiscardo, e una lettera ad Ulrike da casa Wieland non reca firma, quasi che Kleist, più o meno consapevolmente, volesse far sen54

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