Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

Con la sua scrittura intreccia e delucida come sicuri indizi alcune espressioni dell'incauto innamorato, e in questo modo quasi gli fa il verso: Così pur notando la vostra cortesia, la quale vi ha indotto a sopprimere con cura tutte le parole che avete immaginato mi sarebbero dispiaciute, ho tuttavia veduto come, forse inconsapevolmente, pure non mancavate di serbare le medesime idee. Difatti, non si tratta più dell'adorabile, della celeste signora di Tourvel, ma di una donna straordinaria, una donna delicata e sensibile, e questo ad esclusione di ogni altra; infine una donna rara, e come non se ne troverebbe una seconda. Lo stesso sia detto per quell'incanto sconosciuto che non è il più forte. Ebbene, sia; ma, dato che non l'avete mai trovato finora, c'è da credere che non lo trovereste neppure in avvenire, e la perdita che fareste sarebbe nondimeno irreparabile. O questi sono dei sintomi d'amore, visconte, o bisogna rinunciare a trovarne. (CXXXIV) • Valmont è come colto sul fatto, mentre attende con tutta sincerità alla sua corrispondenza, e sopprime certe parole, ma se ne lascia sfuggire altre, troppe e troppo chiare per quel demonio della Merteuil. Certo non lo ammetterà mai- «Insisto, mia bella amica; no, non sono innamorato, e non è colpa mia se le circostanze mi costringono a recitarne le parti»-; ma l'espediente di un'occasionale infedeltà, cercato, scrive, per «potermi accertare e insieme convincere voi che, da parte vostra, era pura calunnia» (CXXXVIII), dimostra proprio quanto sia sorpreso dall'immagine di se stesso che la perfida acribia dell'amica gli rimanda. Questo esercizio di ritorcere le ragioni del corrispondente ripetendo e sottolineando certe espressioni prese dalle sue lettere è una risorsa della strategia analitica del34

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