Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

ferire i fatti dell'epilogo, trasporta fatalmente la raccolta nel mondo delle narrazioni. Una voce isolata, senza risposte da dare o da attendere, sembra riportare le cose e i fatti che le appartengono a un punto fuori della «molteplicità dei tempi vissuti e sovrapposti»; è il punto individuato da Barthes nel Racconto, e la voce che lo attinge è tutto sommato rassicurante, perché esprime «un atto chiuso, definito, sostantivato» e «sfugge al pericolo di un linguaggio indeterminato»16. Pur coniugando tempi verbali commentativi, ha questo timbro la voce di Ortis mentre dichiara: «Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure e la nostra infamia», oppure mentre si apre a confidare: «L'ho veduta, o Lorenzo, la divina fanciulla... ». E Werther: «No, non m'inganno! Nei suoi occhi neri leggo un interesse verace per me, per il mio destino» . In solitudine quello che gli sta accadendo e che prova gli appare già compiuto: la sua scrittura non lascia niente indefinito, neppure nel silenzio di Carlotta, neppure in quegli «occhi neri»; e pare proprio che di volta in volta, anche per innumerevoli sguardi e silenzi, stabilisca «una gerarchia nell'impero dei fatti»17. Occorre tutt'al più fissare bene, anche ripetendoselo, quello che è accaduto, col suo mistero, se c'è stato: «Oggi stavo seduto presso a lei... stavo seduto... essa sanava al pianoforte varie melodie... e tutta quell'espressione! tutta!... tutta!.. . »18. Qui invece, nei legami pericolosi, ciò che avviene contiene sempre qualcosa d'incompiuto; ma non c'è mistero, almeno per il Lettore Modello, il quale sa sempre la cosa che può essere o no e che lascia la trama aperta e il tempo sospeso, anche quando qualcuno scrive l'irreparabile. «Signora, accogliete il mio solo addio [ le seul adieu que je ferai], ed esaudite la mia ultima preghiera: di lasciarmi al mio destino, scordarmi interamente, non considerarmi più sulla terra»: così scrive la presidentessa di Tourvel al26

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