Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

instancabile pedagogia. Sono particolarmente inflessibili sullo stile, poiché in questo si sentono in gioco. Con le ragioni dello stile la Merteuil deve plasmare la «naturale falsità» di Cécile, proprio per assicurarsi tutti i vantaggi del suo «candore» e della sua «ingenuità». Ed è lei, la bambina, con la sua smania - «piange, e poi mi prega di istruirla» (XXXVIII) - a dimostrare la regola e la necessità del carteggio. Alla stessa necessità si piegano anche le anime «appassionate»; come la presidentessa di Tourvel, che, proprio perché ha tutto il tempo di concepire una risposta in difesa del proprio onore e della propria virtù, finisce col rivelare a Valmont il sentimento che prova per lui, e che non vorrebbe neppure confessare a se stessa: Voi stesso ammettete che questo sentimento è doloroso quando l'oggetto che lo ispira non lo condivide. Ora, sappiate bene che mi è impossibile condividerlo; e quand'anche mi capitasse questa disgrazia, io sarei più da compiangere, senza che voi ne foste più felice. La cifra di questa lettera è talmente chiara che forse neppure la povera presidentessa riesce a ingannarsi sul vero significato delle parole che ha scritto in propria difesa. Smettete dunque, smettete, ve ne scongiuro, di voler turbare un cuore a cui la tranquillità è così necessaria. Questa supplica è un'istigazione per Valmont, il quale sente, come il lettore, che, mentre dichiara quanto le sia necessaria la tranquillità, la donna, con tutto lo smarrimento di cui è capace, prevede di rinunciarvi. Il fatto è che proprio la forma dovuta della lettera offre a Valmont e al lettore la chiave per intendere la «nai've confiance» della Tourvel, stravolgendo le sue sincere parole di rifiuto e 20

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