Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

lettive che agiscono a livello inconscio di una cultura. Nel linguaggio metaforico dell'inconscio (qualunque cosa dica, l'inconscio si serve di figure retoriche31 ), queste "presenze" appaiono in forma figurata, personificata o simbolica: l'Anima, per l'uomo e l'Animus, per la donna, designando entrambi la parte eterosessuale di ognuno32 ; l'Ombra, simbolo degli aspetti psichici incompatibili con l'equilibrio cosciente; il Vecchio Saggio, rappresentante il principio spirituale, e così via. Gli archetipi sono, alla fine, il deposito dell'esperienza umana, dell'Erlebnis collettiva e, inerenti all'inconscio collettivo, sono perciò sottratti al divenire individuale, sono la presenza dell'eterno in noi. È attraverso gli archetipi che la matrice inconscia collettiva, mediata dal simbolismo onirico, si trasmette di epoca in epoca. Scoprire gli archetipi significa, allora, in analisi, salvare dall'isolamento l'individuo e inserirlo nel divenire extratemporale33 • Essi sono forze protettrici, questo è il loro grande valore euristico nella psicologia di Jung. Sono forze salutari, psicologicamente stabilizzanti, che permettono con la loro produzione simbolica34 di evitare le crisi psichiche, l'«abaissement du niveau mental»35 , i «perils of soul» ben noti alla psicologia dei popoli cosiddetti primitivi, e di salvare l'individuo dalla "crisi della presenza"36 • Quando gli archetipi vengono soffocati e scompaiono, essi sono infallibili suscitatori di disturbi nervosi: Le figure e le esperienze archetipiche sono, fin dai tempi remoti, il preziosissimo patrimonio per tutte le religioni. Soltanto là dove la fede e il dogma sono irrigiditi in forme vuote, come è avvenuto in gran parte del nostro mondo occidentale, essi hanno perduto anche la loro forza magica e lasciato gli uomini privi di aiuto, in preda alle tempeste del dentro e del fuori37 • 199

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