Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

notes magico Una lisca di sogno Al secondo anno di terapia, finalmente, un sogno; ma un sogno per così dire asciutto, sottile, minimo, come ridotto allo stretto indispensabile: una sola scena, fissa, un solo protagonista, il sognatore stesso, del tutto assente l'elemento sonoro; in questa sorta di dagherrotipo onirico, il sognatore si vede «all'interno di una casa senza né porte né finestre»; solo in una successiva seduta, e sarà l'unica occasione in cui ritornerà sul sogno, specificherà che neppure di casa propriamente si trattava: «non c'erano neppure i muri, (infatti), ma soltanto pilastri metallici». Un'architettura geometrica, essenziale, una struttura che ha in sé qualcosa di rudimentale, di incompiuto e che al tempo stesso è lì a testimoniare che qualcosa ha preso forma, un lavoro è stato, sia pure parzialmente, svolto ed ha trovatonella figura dell'impalcatura una possibilità di rappresentazione comunque formale. Il sogno di un paziente psicotico. Oramai da un anno, di notte, al risveglio da un sonno inquieto o più probabilmente dopo essersi levato portandosi dietro le ambasce di una notte insonne, il sognatore si dirige verso la stanza da letto in cui la madre si è chiusa dopo averne sprangato la porta. E contro di essa il pa173

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