Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

questo secondo tipo di testo è sottoposto a continui mutamenti. Per questo il restauro deve porsi l'obiettivo di rispettare ed esaltare la stratificazione polisemica che struttura un contesto. In ultima analisi il restauro è un atto rifondativo che, mentre affronta il problema della salvaguardia fisica, è attento anche al rinascere del testo/contesto materiale che può derivare dai modi d'uso. Si potrebbe a questo proposito richiamare l'esempio di certa poesia dialettale che in apparenza fa uso di una lingua morta. In realtà in poesia questa condizione di morte non si dà mai: la poesia è l'ambito della rinascita della parola, qualunque sia la sua provenienza. Così può essere per lo spazio. Ma perché la poesia - o se si vuole il restauro - possa riportare in vita ciò che è morto, occorre che assuma come obiettivo guida l'abitabilità e l'ospitalità dei luoghi. Occorre - per fare un esempio - ripensare e pr�ticare il senso che a questo riguardo assume il disporre un cordolo, l'affiancare ciotoli nella costruzione di un pavimento, l'inserire dei lampioni o delle colonnine in una piazza. Nel realizzare queste cose che oggi appaiono di scarsa rilevanza, in passato l'artigiano si faceva interprete di un seritire collettivo; egli sapeva bene come ogni particolare concorresse a esprimere un senso complessivo. È questa modestia del particolare che abbiamo perso, mentre veniamo sommersi dall'arroganza dei grandi disegni di trasformazione nei quali il narcisismo degli architetti si sposa alla potenza dei grandi gruppi economici. ALESSANDRO CONTI. Speravo di sentire delle considerazioni sul restauro dei giardini perché mi sembra un caso estremamente stimolante, perché si tratta di un restauro che agisce su degli organismi viventi, con tutte le contrad-. dizioni cui può portare questo tipo di intervento. E qui ci troviamo, anche nel caso più semplice, tra la manutenzio170

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