Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

avanti, in un clima ancora dominato dal riduzionismo fisiologico; eppure separatamente James e Flournoy erano arrivati ad una simile consapevolezza, attraverso esperienze parallele. Tutt'e due studenti non brillanti, a lungo indecisi sulle proprie inclinazioni, si erano laureati in medicina senza mai esercitare la professione. Entrambi avevano seguito alcune lezioni di Wilhelm Wundt, internazionalmente reputato il fondatore della psicologia scientifica cioè sperimentale, il quale sarebbe divenuto il loro principale obiettivo critico. In Germania, a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, avevano appreso le recenti attitudini materialistiche, dal fisiologo Johannes Miiller, ribadite da Carl Vogt nella Facoltà di scienze a Ginevra dove Flournoy aveva anche preso il baccalaureato in matematica. L'effetto fu che, subito dopo, ciascuno aveva sentito la stessa insoddisfazione, simili bisogni; intanto quello di rivolgersi ad altri studi, forse non dimentichi dell'educazione religiosa ricevuta, William dal padre swedenborghiano, Théodore dalla famiglia in cui vi erano stati alcuni pastori protestanti. Così quest'ultimo, che per un solo semestre si era iscritto a teologia, si era immerso nella filosofia di Kant, di cui lo interessava il conflitto interiore e sempre vivo tra l'attitudine scientifica e l'esigenza eticoreligiosa. Per James fu invece il neocriticismo di Charles Renouvier ad indicargli la possibilità di uscire dalle secche del materialismo e del determinismo senza tradire la mentalità della scienza; se ne dichiarò salvato da una profonda crisi esistenziale, spinto alla sua prima opzione per la «volontà di credere» contro l'intellettualismo scettico. Non solo; ad entrambi era capitato di interessarsi di «stati eccezionali della mente»: sia gli stati ipnotici sulla cui spiegazione si stavano scontrando le due scuole mediche francesi, sia i fenomeni di suggestione mentale e tele132·

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