Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

Questo NO colsero gli uomini (die Manner) che, mezzo minuto dopo che i colpi mortali furono esplosi davanti al portone dell'ospedale, trovarono l'uomo (den Mann) J.I. de Vriendt riverso nel suo stesso sangue che tutto gli copriva il braccio, il capo e il fianco. Egli morì appena lo ebbero portato dentro e disteso sul lettino dell'infermeria. Ma il ritorno a casa si compie veramente solo nelle ultime righe dell'ultimo capitolo del terzo libro, a casa nel grembo della madre, la terra di Gerusalemme, dove per l'uomo J.I. de Vriendt si realizza il desiderio ultimo di tutti gli ebrei (che, si dice, devono migrare ancora e ancora, anche dopo che hanno ricevuto sepoltura, e, seguendo oscure sotterranee correnti, fluire nel sottosuolo fino ad approdare a casa, NACH HEIM, nella terra dei loro padri, in Gerusalemme). L'uomo Jizchak Josef de Vriendt, poeta che maledì Dio nelle sue quartineJ nel nono capitolo del terzo ed ultimo libro, trova sepoltura ebraica, essendo stato deposto nella terra senza cassa, ma avvolto soltanto in un semplice lenzuolo-LEINTUCH-LEIN, poiché così quel NEIN, l'ultima sua parola, è stata colta dagli uomini che lo hanno soccorso morente: è il suo NO al Grande Padre che gli permette di accedere più rapidamente alla gioia suprema della dissoluzione, al disfarsi liberamente nella terra ridiventando sciolto flusso e sciame di sparse molecole ed atomi diffondendo nutrimento e vita alle radici delle piante e dei fiori, giungendo così a fiorire e a fruttificare negli anemoni e nel ricino e nelle mille cactee e nella palma e nell'olivo della splendente primavera di Gerusalemme. Se per il sesso è in questione il godimento; per il genere è in questione la morte. Annalisa Allazetta 120

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