Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

a dominare il destino. È ancora l'alba quando il principe Alberto, inviso per nascita agli inglesi, incomincia a intrattenere per via epistolare diuturni rapporti con i membri del governo. Nessun sovrano inglese l'avrebbe fatto e lo fa. Alberto, tedesco, cresciuto a contatto della natura, ama soprattutto la caccia. Odia le donne. A cinque anni anzi urla di rabbia e disgusto dinanzi a una piccola compagna di danza. Cresce a Coburgo. Trapiantato in Inghilterra, cerca di incidere nella storia di questo paese il suo nome e il suo punto di vista. Lo fa con un enorme spreco di energie e di carta. Al centro della sua attività, l'idea grandiosa della Grande Esposizione. Ormai volumi e volumi di copie di lettere si depositavano intorno al suo tavolo. Alberto soffriva d'insonnia. Contemporaneamente si alzava l'enorme edificio di vetro che doveva ospitare l'esposizione. Una fontana di vetro animava il padiglione. Quando Alberto muore, Vittoria non sa continuare lo scambio di lettere con i membri del governo, ma sostituisce alle parole scritte, alle raccomandazioni, ai suggerimenti, alle postille, odi e passioni. La Grande Esposizione da mondiale si fa domestica. Ai volumi di lettere Vittoria sostituisce i cataloghi. Tutto viene minuziosamente fotografato, stanze, arredi, vestiti, e da più prospettive, i cani rieffigiati in bronzo e marmo, i sentieri dei giardini riprodotti, e segnati con targhe, di ogni cosa la circondi viene moltiplicata la replica. Il segreto L'esigenza che le forme non mutino se non sotto la spinta della propria intenzione, la fissità degli oggetti che abitano le rigide repliche di un perso ma non dimenticato "luogo della fobia", la stessa esigenza che spinse qualcuno che non 12

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