Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

(MONATSBLUTUNG I sanguinamento mensile), come anche il ricorrere della parola BLUT in apertura («BLUTIGE Aktualitat», «attualità insanguinata») e in chiusura della I versione («im geistigen Fleisch und BLUT», «nella carne e sangue dello spirito»), ma su questo torneremo ancora. Per di più nella II versione Zweig parla anche di una sua amnesia: dopo aver narrato i fatti del 1924 (l'assassinio di de Haan), scrive: «La stampa sionista, alla quale allora appartenevo, sostenne testardamente la tesi che egli (de Haan) era stato ucciso da arabi in relazione ai suoi maneggi amorosi [LIEBESHÀNDELN]». Forse il bambino Arnold, «a 7 anni», visto il buco-LOCH, credette dapprima testardamente a una punizione per «maneggi amorosi» (LIEBESHANDELN)? Ancora la II versione: «questo mi aveva dato materiale per un racconto, ma poi lo DIMENTICAI. In Palestina, questa primavera, mi si ripresentò con grandissima vivacità, e lo progettai su una terrazza a Gerusalemme...». Veniamo al commento di Freud: «Ci si rende allora conto che la donna non vi gioca alcun ruolo» e che in un mondo «nel quale si tratta di lotta e di combattimenti tra uomini, è a ragione che l'amore va a un ragazzo». La donna è fuori campo, fuori dal campo del senso, fuori dal testo, ma dentro al libro, nella dedica. Che proprio questo libro, un libro, che raffigura un mondo per soli uomini, uomini in lotta, in conflitto e in amori tra di loro, venga da Zweig dedicato a una donna, e precisamente alla sua assistente, che lo ha materialmente scritto, che gli ha dato esistenza materiale, e che Zweig ci tenga a farlo sapere a Freud, sottolineandolo (l'unica volta in tutto il carteggio), quando gli scrive in risposta al commento «ci si rende poi conto che la donna non vi gioca alcun ruolo», non è certamente casuale. Freud vide la dedica, naturalmente, solo quando lesse il libro; ma già nella lettera di117

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