Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

SPAVENTOsamente ciò mi colpì; sul momento non ci badai più che tanto». Zweig non divenne un perverso: letteralmente: «il nuovo fatto era molto meglio del vecchio, MI COSTRINSE senza pregiudizi filo ebraici SULLA PELLE A VEDERE LE COSE (A VEDERE LE COSE SULLA PELLE?)» (I versione). Nella II versione tutta l'attenzione è centrata sulla cronologia: il 5..., il 6..., il 7..., comunque anche qui si gira intorno al 7 (la scoperta avviene il 6 marzo, il 7 Zweig si riprende e si mette a scrivere). Consideriamo la frase: «ich entwarf sie (die Novelle) auf EINER TerRASSE in Jerusalem», «io lo progettai (il racconto) su UNA terRAZZA a Gerusalemme». UNA terRAZZA mantiene il gioco linguistico tedesco, dove è ben noto che RASSE significa RAZZA. Prima della scoperta della vagina c'era UNA sola RAZZA, UN GENERE, quello maschile, poi DUE. Notiamo che il contenuto manifesto che ha riattivato il contenuto rimosso contiene esattamente lo stesso tipo di biforcazione, ma con una semplice inversione temporale che per l'inconscio non fa certo difficoltà. Prima, per quel che ne sapeva Zweig, c'erano in gioco DUE RAZZE, l'assassino era arabo, l'assassinato ebreo; dopo, invece, ce n'è UNA sola: sono ebrei tutti e due. Sempre nella II versione inizia poi il balletto dei mesi: «in un MESE lo dettai in stenogrammi, lo lasciai riposare per un altro MESE, dopo che fu dattiloscritto...» Anche nella I versione Zweig vuole specificare che c'entra un mese, ma lì diceva semplicemente di aver «skizzierte», abbozzato, buttato giù il canovaccio del romanzo, in un MESE, mentre era sul posto [einen MONAT im Lande]. Per poi venire a sapere dopo 10 giorni che... eccetera eccetera. Come si vede sono due cronologie assolutamente non sovrapponibili. Il continuo tornare, per niente necessario, della parola MESE, fa pensare alle mestruazioni 116

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