Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

sto; soprattutto non l'ho trovata per niente divertente...». La lettera (23.9.35) dedicata all'importante romanzo Erziehung vor Verdun [Davanti a Verdun], uscito ad Amsterdam nel 1935, che ebbe anch'esso, come Grischa, un grosso successo di pubblico, è di estrema utilità per chiarire l'atteggiamento complessivo di Freud rispetto all'opera di A. Zweig. Tale atteggiamento può sintetizzarsi così: viva ammirazione da un lato per alcuni tratti della creatività artistica del poeta, specie per quanto riguarda la capacità di «dar vita» ai personaggi. («Con quali mezzi si può far l'incantesimo di dar vita a un'infermiera Clara?», «E metter su un personaggio come il luogotenente Kroysink, com'è che si fa?») Creatività artistica che, è ben noto, Freud situa al di là dell'area dello psichico accessibile agli strumenti dell'analisi. Dall'altro lato Freud tiene sempre ferme le sue riserve sulle capacità di A. Zweig di comprendere e interprétare correttamente le vicende storiche e l'animo umano. E soprattutto di farlo in tempo utile. Lei sa, immagino, che è stato il mio ammonimento a trattenerla dal tornare a metter piede a Berlino [nel maggio 1933], e ne sono tuttora fiero; adesso è ormai certo al di là di ogni dubbio che Lei in nessun caso deve avvicinarsi a un confine tedesco. Sarebbe la sua rovina. [Aver capito] è [per Lei] come una liberazione lungamente agognata: ecco alfine la verità, l'atroce, inappellabile verità, cui non ci si può sottrarre. Non si capisce la Germania di oggi, se non si sa niente di «Verdun» (e di quel che rappresenta). [Durante la Prima Guerra Mondiale, contro Verdun, città posta al confine tra Belgio e Francia, i tedeschi scatenarono, a partire dal febbraio 1916, una violentissima offensiva per tentare uno sfondamento del fronte occidentale: 109

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