Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

Nel seguito della lettera 9 Freud dichiara «Non mi sarei rallegrato molto di meno, se il premio [Goethe] fosse stato assegnato a Lei, nel qual caso esso sarebbe stato molto più appropriato, ma per Lei ci sono certo in serbo molte cose simili». Intanto, ecco quel «Herr Doktor» come segno di riconoscimento. Dell'elenco E2 quel che salta all'occhio è che Freud si mantiene costante nel suo «Caro signor Zweig», se ne contenta, mentre Zweig è irrequieto, torna indietro (in 16, in 24 e in 28), riesumando uno «Stimato signor Freud», o corre in avanti, in 22, con «Caro signor e padre Freud», e in 29, con «Caro signor e amico Freud» («Lieber Herr und Freùnd Freud»). Ed è qui che Freud lo ferma. È qui che la ricerca inconscia di Freud per risolvere definitivamente la situazione, creatasi in seguito al suo atto mancato «Lieber Herr Doktor», termina. Ha accettato la soluzione ideologica, basata sulla repressione della differenza, proposta in qualche modo provocatoriamente da Zweig col suo «Caro signor Freud», rispondendogli col simmetrico «Caro signor Zweig». Ma alla forzatura verso una parità diciamo così eccessiva, a questo accorciare le distanze che egli non desidera, Freud reagisce con il reperimento della soluzione giusta: «Lieber Meister Arnold» «Caro Maestro Arnold» Innalzando Zweig, al . di là di ogni «Doktor» di questo mondo, nel posto del ma" estro, e con questo allontanandolo da sé, ma riavvicinandolo subito dopo col chiamarlo confidenzialmente per nome, con questo equilibrio tra giusto allontanamento e avvicinamento affettuoso, egli crea il campo, che sostiene l'appello al padre di Arnold Zweig, che risponde infatti: «Lieber Vater Freud» «Caro padre Freud» Caro padre, caro padre, caro padre Freud... appello che 106

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