Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

di un desiderio inconscio di vendetta nei confronti di Stefan Zweig, «che sta scrivendo un saggio su di me e nel quale mi presenta al pubblico tra Mesmer e Mary Baker Eddy»9, e che «negli ultimi sei mesi mi ha dato molti motivi di cruccio..., volevo fare un paragone e ristabilire i giusti valori». Stefan Zweig (1881-1942), scrittore austriaco di sei anni più vecchio di Arnold, anch'egli ebreo, era un superficialissimo divulgatore il cui straordinario successo tra il pubblico semi-colto fu un fenomeno più sociologico che letterario, dovuto soprattutto alla divulgazione semplicistica e anche travisatrice delle teorie freudiane. Il suo lato migliore è il suo deciso ma non troppo pugnace europeismo e pacifismo, di cui danno prova alcuni drammi e le famose biografie psicologizzate, tra le quali spicca quella di Erasmo da Rotterdam. Nella storia della letteratura vera e propria Stefan Zweig resterà come lo scrittore che introdusse la psicoanalisi nella letteratura. La sua cosa migliore sono i 4 bei racconti Erstes Erlebnis10 (tratto liberamente da L. Mittner11 .) Stefan Zweig intrattenne rapporti personali sia con Freud, sia con A. Zweig [lettere (18.6.38) e (16.9.30), dalla quale ultima risulta «una corrispondenza saltuaria»]. La sua fine sarà tragica: costretto a fuggire dall'Austria per sottrarsi ai nazisti, si suiciderà insieme alla moglie nel 1942, all'età di 61 anni, in Argentina, esilio forse troppo remoto e radicale per un intellettuale mittel-europeo di successo, legato a doppio filo al «mondo di ieri», espressione divenuta corrente proprio a partire dal titolo della sua dolente autobiografia, pubblicata postuma nell'anno della morte, Die Welt von gestern. Erinnerungen einer Europiien (Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo )12 , mondo che per S. Zweig finì nell'«anno limite» 1914, sparendo per sempre insieme alla sua «Sekuritiit». 101

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