Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

to vediamo che, veramente, già una volta Freud aveva scritto «Molto egregio dottore» [ «Sehr geehrter Herr Doktor»], ma era appena la quarta lettera e poi, a ben vedere, è seguita da un silenzio epistolare da parte di Zweig di 15 mesi, dopodiché egli si ripresenta fiancheggiato dal fratello maggiore (quanto a «peso della persona») Einstein (è la lettera che abbiamo visto della richiesta del «nome»). Vediamo la lettera 10, la risposta di Zweig al «Herr Doktor»: Caro signor Freud, questa spoliazione da ogni Suo titolo accademico è la conseguenza diretta della nomina a dottore, che io riceverei dalle Sue mani più volentieri che da quelle di chiunque altro, ma che secondo legge e secondo diritto non mi spetta. Infatti io non mi sono mai ritenuto capace di guadagnarmi un titolo accademico, molto ingiustamente, come ora so, e devo quindi trascorrere il resto dellamia vita nudo ed esposto come semplice uomo col mio solo nome, privazione, questa, della quale soffro particolarmente, quando penso a come si sono ridotte oggi le nostre università. La risposta di Freud è affettuosa e sollecita, non rileva la piccola impertinenza del «Lieber Herr Freud», che peraltro si manterrà puntigliosamente (un bel caratterino, Arnold Zweig!) per quasi due anni, fino a che sarà ancora una volta l'iniziativa di Freud a risolvere, e questa volta definitivamente, la situazione. Dunque Freud spiega il suo atto mancato con una breve autoanalisi: si tratta di un'interferenza dell'altro Zweig, Stefan, anch'egli scrittore, all'epoca straordinariamente popolare. «Ho avuto a dire il vero un senso di incertezza, mentre scrivevo il titolo accademico, ma poiché c'erano in gioco potenze inconsce, non c'è da meravigliarsi che me ne sia distolto rapidamente». L'autoanalisi ha subito rivelato che si trattava 100

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