teriore che anche dove il moto non è plausibile fisicamente o teologicamente, prevale l'istanza espressiva della rappresentazione dell'incominciamento, che è poi il modo per tradurre la visione, con una similitudine, in termini sensibili, perché possa esser vista. b) Un secondo indice fondamentale di un nuovo atteggiamento nei riguardi del moto è, com'è noto, il rilievo dato all' impetus - indispensabile per inaugurare una concezione dinamica del moto-il quale, nelle rappresentazioni medievali rimane tuttavia ancora concepito come una metafora biologica (non meno peraltro di quanto il concetto di forza non rimanga poi una metafora economico_ politica). Pur essendo citato da Dante, in senso filosofico forte, solo in Par. I, 134-l'«impeto primo» che porta al luogo naturale e anche perciò verso l'alto l'autore-esso è certamente centrale nella concezione stessa della Commedia30: è innanzi tutto il mistero dell'ascesa personale, paragonabile all'Assunzione di Maria; nel contempo è_ l'aspetto dinamico dell'esegesi allegorica31 . L'impetus è in generale tanto importante, nel Paradiso, che, descritto come desiderio, è il vero moto che porta a Dio, in direzione contraria al «raptus» di Paolo, in una sorta di rivoluzione copernicana della conoscenza e della vita, che ne rende ora protagonista la realtà creaturale. È il moto orientato che, nell'intreccio di desiderio di parlare e desiderio di vedere32 , .inverte il senso dell'interpretazione in un nuovo senso esegetico: dal desiderio di sapere allo·«spiegare» gli spazi vitali-di questo procedimento è tutta costruita la fase della guida di Beatrice. L'impetus concepito come desiderio è il movente universale in una serie numerosa di esempi, indicando l'intenzione amorosa, da Vita Nova XXXVIII, 7, «comincio a dire a questa donna come lo mio desiderio si volge tutto verso lei» (dove il «desiderio» è da notarsi insieme anche al «comincio» e al «si volge»); alla definizione tecnica di Conv. III, X, «quanto la cosa desiderata più appropinqua 98
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