Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

versante opposto, la riflessione di Leroi-Gourhan e di Benveniste. Si spiega compiutamente la celebre (e pertinentissima) posizione di Baudelaire, condensata in un enunciato in cui la triade sostantivale è parsa a taluni eterogenea e sconcertante: «Que le rhytme et la rime répondent dans l'homme aux immortels besoins de monotonie, de symétrie et de surprise»61 • La «monotonie» è, dal mio vertice, ascrivibile al correlato simbolico della pulsione di morte (il polo materno, ma visto esclusivamente nella sua quasi archetipale immobilità, riel suo eterno invito alla regressione thalassale); mentre la «surprise» è ascrivibile al correlato simbolico della pulsione di vita, che unisce tramite la sèparaziorte «discreta» (il polo paterno, con la sua dynamis segmentante e strutturante, - ictus, pausa, acme, intervallo). Ma la «surprise» può essere colta solo sullo sfondo della «monotonie», come la «monotonie» può essere colta solo sullo sfondo della «surprise». Se è vero che il discorso poetico introduce a diversi livelli la nostalgia per l'indifferenziato, l'anteriore, il «naturale», non è meno vero che, complessivamente, questa «spinta» viene poi ad iscriversi nella grande complessità dell'universo simbolico (nel senso di Cassirer e di Lacan), non tanto per trovarvi una negazione ma proprio per esservi rappresentata. È poi chiaro che a livello molecolare il testo poetico subisce ulteriori specificazioni e, per così dire, investimenti parziali, tali da rendere del tutto legittime le definizioni in termini «semantici» del ritmo (categoria sei). Bisogna cioè intendere che vi è una simbolizzazione di genere (la coppia genitoriale e la coppia continuo-discreto) e una simbolizzazione di specie (i più diversi rapporti tra affetto-fantasma e rappresentanti di parola). La simbolizzazione di specie, laddove sempre non si dimentichi il più ampio contesto di riferimento, legittima operazioni, «esecuzioni», interpretazioni sempre differenziate. Vorrei concludere con un minimo esempio: giusto uno 87

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