Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

Teoria coinemica e liquidazione del lacanismo C'era una volta la psicoanalisi. Anzi no: ce n'erano, fin dall'inizio, due. La frattura tra "freudismo" e "junghismo" è già, paradossalmente, in Freud: la possibilità di disporre, per l'interpretazione dei sogni, sia di un metodo"storicizzante" (le associazioni libere) che di un metodo"metastorico" (il simbolismo) condanna la psicoanalisi, da subito, ad essere le psicoanalisi. Questa doppia vita della Metapsicologia- questo"doppio - gioco" tra materialismo e idealismo, terapia e filosofia, clinica e antropologia - dà adito ad una possibilità non encomiabile: quella di rispondere ad ogni critica e corrispondere ad ogni aspettativa, creando innesti integralistici (freudomarxismo, psicosemiotica ecc.) e operando con l'atteggiamento"imperialistico" tipico delle teorie non falsificabili (Popper, non vedendo la"doppiezza" della psicoanalisi, l'ha giustamente colpita nel suo lato "omeostatico"). La spaccatura tra le due psicoanalisi è resa ben visibile dai rispettivi riferimenti: da un lato, le scienze umane (o"congetturali" come preferisce dire Lacan); dall'altra, le scienze naturali. Così, Lacan - grande animatore del"ritorno a Freud" - si riallaccia alla linguistica, scienza sociale; mentre Fornari - evidentemente le48

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