Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

lontana l'analista viennese dal linguaggio onirico del gioco (individuato anche da Pfeifer) la pone piuttosto in sintonia con, l'allora nascente, psicodramma di Moreno. Se si assomma poi questa «invenzione» del gioco da parte dell'analista al progetto di: comunicazione con l'inconscio del bambino attraverso questo mezzo; astensione per prudenza da ogni interpretazione; fiducia in una modificazione inconscia delle fantasie che permetta una modificazione degli elementi inconsci patogeni senza che sia necessario il passaggio attraverso il linguaggio e la coscienza, non siamo poi molto distanti, come osserva Petot10 , dallo psicodramma psicoanalitico descritto, per l'analisi infantile, da Didier Anzieu11 • Ci si muove, vale a dire, nell'ambito di quanto successivamente Levi Strauss definirà «l'efficacia simbolica». Nell'asprezza degli inizi, sintetizzata magistralmente da Freud in una lettera a Jung12 , «Mi colpisce il fatto che noi consumiamo tante persone», Hermine von Hug-Hellmuth pagò le sue illusorie convinzioni, che trascurando la dimensione inconscia e transferale si muovevano appunto su un piano pedagogico e adattivo, in prima persona e in modo tragico. Esattamente quattro anni più tardi la presentazione di questo suo lavoro, nel settembre cioè del '24, ella fu uccisa da un nipote diciottenne da lei allevato, il quale, appena scarcerato, si recò da Paul Federo a Berlino per chiedere denaro a risarcimento dell'essere stato usato sistematicamente dalla zia come materiale per il suo lavoro13 • Il tempo risolse, oltre a questo incidente di lavoro, un altro problema posto dalla Hellmuth con tanta insistenza: dove trattare un bambino? A casa dell'analista, a casa del bambino o in istituzioni a ciò preposte. Gli psicoanalisti dei bambini attrezzarono le loro stanze con giochi, acqua, cassettiere, piccole sedie e le istituzioni iniziarono a farsi carico dell'antico progetto di «case» per il trattamento di bambini piccoli. Eppure il problema del luogo dove trattare i bambini non è stato, curiosamente, privo di conseguenze, anche importanti. Dallournal apprendiamo che presso l'Istituto londinese di Psicoanalisi locato in Gloucester Place n. 36 era stato aperto un dipartimento specifico per l'analisi infantile e già nel Report '31-33 si annotava come questa «specialità», il cui «avanzamento» era da considerare l'evento dell'anno assieme all'aumento degli analisti in formazione, rendesse però «imperativo» che si aumentassero il numero delle stanze della Clinica14 • L'anno successivo il problema degli analisti in formazione procedeva di pari passo con l'estensione del Dipartimento dei bambini in Istituto e in Clinica. L'istituto, allora, per ovviare al problema del «luogo», passò all'atto, acquistando, sempre al n. 36 di Gloucester Place, l'intero edificio e risolvendo cosi l'inconveniente di analisi «trattate in un luogo ristretto». Alla Tavistock15 si racconta che 192

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