Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

mento evolutivo nella teoria. Questi metodi portano alla luce un nuovo corpo di dati di osservazione, e il ciclo può ricominciare un'altra volta. (Gedo e Pollock, 1967, p. 599) È la traiettoria su cui per primo si mosse Freud, le cui ipotesi metapsicologiche partivano dalla clinica per ritornare alla clinica, con la preoccupazione sempre presente di non costringere nelle maglie di una teorizzazione prematura e troppo rigida la ricchezza delle esperienze cliniche, in modo da ampliare al massimo le potenzialità osservative della psicoanalisi. Così fu l'abbandono della ipnosi, in favore della tecnica che faceva leva sulla persuasione giovandosi del transfert, a portare in primo piano i fenomeni della resistenza e della rimozione, su cui Freud fondò la sua teoria della eziologia sessuale della nevrosi. La scoperta della resistenza e della rimozione con la correlata teoria del sintomo come formazione sostitutiva, comportò a sua volta la messa a punto di una nuova tecnica che favorisse un più ampio accesso all'inconscio. Grazie alla nuova tenica delle libere associazioni, estesa pure all'interpretazione dei sogni e degli atti mancati, Freud riuscì ad approfondire ulteriormente il funzionamento dell'inconscio ed a formulare il suo modello topico-dinamico della mente. Conseguentemente si spostarono i bersagli da centrare nel corso della cura: dall'abreazione degli affetti patogeni al chiarimento e alla risoluzione dei sintomi, dalla determinazione del «complesso» inconscio causato dalla fissazione infantile alla individuazione delle resistenze e al problema del loro superamento. In questo avvicendamento di tecnica e teoria emerse sempre più chiaramente la loro intrinseca reciproca connessione: «ogni progresso della nostra scienza - afferma Freud nel 1910 - significa un potenziamento della nostra 163

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==