Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

Poesia araba: una doppia • • nmoz1one La mia è solo una testimonianza. Il mio è solo il racconto della mia esperienza ma è possibile che dentro le pieghe del racconto si nasconda qualcosa di oggettivamente vero sui nostri rapporti con la letteratura e la poesia araba. È l'attraversamento di un territorio immenso, che comprende il deserto e le città, da puro nai:f, ma non è detto che gli occhi ingenui siano semplicemente da chiudere per affidarsi allo sguardo sapiente e sperimentato degli specialisti, che in Italia sono comunque pochissimi ed è pure questo un importante segnale di un gigantesco rimosso. Gli arabisti, infatti, dovrebbero essere moltissimi e noi italiani dovremmo parlare l'arabo come accadeva nella Palermo dell'anno Mille, che era appunto una città trilingue e una di queste lingue ufficiali era l'arabo. Chiunque può constatarlo osservando le iscrizioni nel Palazzo dei Normanni, però sappiamo che per osservare e scoprire bisogna essere predisposti a farlo. Il mio viaggio è cominciato un giorno, per caso, perché anch'io faccio parte del «gigantesco rimosso», quando sono stato chiamato a tradurre una parte di un poema di Ibn Hamdis, poeta arabo di Siracusa (1056-1133); stava infatti nascendo, per sollecitazione dell'arabista France178

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