Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

zione-disintegrazione e quelli di riparazione. Mentre i primi fanno parte di un concetto strutturale, i secondi corrispondono a un concetto dinamico, governato dall'economia del passaggio in questione (PsD). L'interesse della distinzione risiede nella possibilità di discriminare anche la riconciliazione dalla riparazione, come detto prima. Infatti, la riconciliazione, come ho cercato di dimostrare, è un concetto strutturale e· dinamico, mentre la riparazione è concetto solo dinamico. Numerose sono le novità introdotte dal pensiero di Bion per quanto riguarda la riparazione, ma non intendo addentrarmi nell'argomento in quest'occasione. Menzionerò soltanto la nozione di «tempo di vita» dell'oggetto («life time»), che riprenderò in considerazione più avanti, nel contesto della scienza del restauro. La mitologia greca (e latina) ci tramanda il mito, caro alla medicina, di Esculapio e della sua paredra Igea (figlia o moglie a seconda della versione). Mentre Esculapio dovrebbe restituire la salute correggendo i danni causati dalla malattia, Igea rappresenta l'attributo naturale della salute. La presenza di Igea esercita un fascino e un'influenza sensibile sul lavoro di Esculapio, giustifica la fantasia della restituzione ad integrum, dove l'integrum è l'allusione appena velata a un mitico e originale momento di perfezione. Ideazione, sia detto per inciso, contraddittoria con tutto ciò che la genetica e lo studio dei sistemi immunologici ci insegnano oggigiorno. Nessuna illusione di reintegrare in pristino può annidarsi quindi nella teoria della cura: il corpo e la mente portano, alla luce del giorno o negli anfratti delle cellule o della memoria, ogni traccia e ogni cicatrice del passato vissuto. Lacan per primo menzionò le cicatrici dell'inconscio come esito della cura, o della vita. E tuttavia, un'area dove l'illusione vive e acquista un vigore ingegnoso rimane da esplorare; le corrisponde il nome di Follia e anche quello di Falso. 74

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