tobiograficamente descritto, del 1911. In un passaggio di questo testo Freud descrive il momento di viraggio o di mutamento della malattia di Schreber, quello in cui cedono i deliri persecutori per dar luogo a un processo che condurrà a «qualcosa che si awicina a una guarigione», come il « tempo della riconciliazione». La riconciliazione implica l'accettazione, da parte di Schreber, della trasformazione al femminile, il patteggiamento con le fantasie omosessuali. L'interesse precipuo di questo passaggio non risiede tanto, a mio avviso, nell'apparizione del concetto in causa quanto nel legame che Freud crea tra riconciliazione e guarigione, tra processo dell'ammalarsi, processo del guarire (e implicitamente processo della cura) e concetto di riconciliazione. Sebbene esplicitamente sia corretto attribuire a questo testo una priorità nell'esposizione del significato psicopatologico del termine, non si deve trascurare la menzione di un altro scritto contemporaneo: I dueprincipi dell'accadere psichico. In esso Freud individua nella complessità e raffinatezza progressiva dei processi di pensiero (Denkprozess) lo strumento capace di aprire nuovi spazi, di rinnovare le fonti di piacere, di assicurare un destino al desiderio. Avevo già insistito su queste postulazioni fondamentali nel dispiegamento della concezione freudiana dell'apparato psichico in riferimento all'opera di Kandinsky, poiché esse sono essenziali per capire il significato che Freud assegna all'attivitàartistica. Non avevo però riportato in quella sede l'enunciazione dell'arte come ciò che consente una possibile «riconciliazione» tra i due principi, il principio del piacere e quello di realtà. Il talento artistico opererà una «adeguata modificazione della realtà» modellando e trasformando il mondo delle fantasie in «verità di una classe nuova». La riuscita di questa soluzione dipende dalla continuità del viaggio di ritorno alla realtà e dalla fattibilità della riconciliazione dei due principi. 66
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==