Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

Mi pare che il farlo diventare proprio come prima sia il programma di un restauro, quale almeno lo intendono i più; e per noi analisti si tratta allora di un programma onnipotente, mediante il quale si mira appunto a cancellare i nostri atti, le nostre responsabilità, l'inevitabile usura delle cose, l'inesorabile trascorrere dei tempo. Nel nostro lavoro noi siamo sempre alle prese con illusioni magiche e pretese onnipotenti, perché noi, medici, psichiatri, psicoanalisti o curatori d'anime, siamo ricercati e invocati con la più o meno segreta speranza di ottenere prestazioni magiche di questo tipo. Magia e medicina hanno una comune preistoria e una etimologia comune. In tutte le patologie di cui ci occupiamo trascorre, palese o recondito, il filo rosso dell'onnipotenza. Le nostre istituzioni ci appaiono nobili e rispettabili solo se poste al servizio dei minori e dei minorati: i forti e i grandi non ne hanno altrettanto bisogno. Ma i minori e i minorati vivono una condizione di reale impotenza, che è massima nella vita neonatale e nelle più gravi malattie del corpo e della mente. Più che naturale perciò che minori e minorati, più impotenti si riconoscano, e più aspirino all'onnipotenza e s'illudano di poterla godere almeno per delega, attraverso le istituzioni sanitarie e i loro rappresentanti. Restauro e necrofilia Si fa forse un po' di fatica ad accettare di riconoscere fra coloro che si trovano in condizione di manifesta inferiorità la vasta e variegata categoria dei perversi, che pure sono costantemente impegnati a controllare onnipotentemente i loro oggetti di desiderio e tutto ciò che essi possono simboleggiare. È proprio ad essi che ora intendo riferirmi e, in particolare, a quelli fra loro che definiamo necrofili. Se, infatti, comune denominatore delle diverse forme di perversione è sia la negazione maniacale dell'al56

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