Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

nel La psicoanalisi dei bambini e nei primi scritti la Klein utilizzò piuttosto il termine restituzione»; e giunse a quello di riparazione quasi con la mediazione della parola restauro. Nel 1929 spiegava infatti come la protagonista di un racconto da lei analizzato placasse la propria angoscia mediante la raffigurazione di una madre restaurata e rinnovellata. Nel 1935, a proposito del senso di onnipotenza, lo diceva necessario «per far sì che il meccanismo di restauro dell'oggetto possa essere attuato con piena efficacia»; ma più avanti parlava di «tendenze alla riparazione e al restauro che svolgono una funzione di somma importanza nel processo normale del superamento della posizione depressiva infantile... rese operanti con vari sistemi tra i quali... fondamentali: i meccanismi di difesa ossessivi e quelli maniacali». Nel Il lutto e la sua connessione con gli stati maniaco-depressivi (1940) l'espressione restauro è ancora prevalente; scriveva infatti: «l'Io crea immagini fantastiche onnipotenti e violente volte in parte a controllare e dominare gli oggetti cattivi, pericolosi, e in parte a salvare e restaurare quelli amati». Operazione sulla quale ritornava più volte sempre usando il termine restauro e aggiungendo poi che «l'ipomaniaco non può fare a meno di denegare il suo impulso a fare restauri più ampi e più minuziosi perché deve denegare la ragione originaria del restauro, e cioè il danno arrecato all'oggetto nonché la sofferenza e il senso di colpa che ne sono conseguiti». Nel 1952 si parla invece ormai soltanto di riparare o se mai di ricreare gli oggetti perduti, e il concetto di riparazione anche negli scritti successivi è ormai definito come processo volto a ridurre la colpa depressiva (per il danno che si presume di aver prodotto su di un oggetto investito in maniera ambivalente) e a ricreare un oggetto interno che si ritiene di aver distrutto in fantasia. La Segai però, maggiore interprete e custode del pensiero kleiniano, pur facendo uso ineccepibile del concetto, 53

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