luogo della fobia: questo luogo esiste ma non è inventato è obbligato, occupato qui dal genitore invalido, come in altri casi da una madre perversa che lega con fili sottili ma ben reali, la volontà e i movimenti del figlio. Sogna di trovare a casa la cartolina precetto del militare. Deve partire immediatamente. Con lui deve partire anche un altro, un compagno di scuola di sua sorella che ha quattro anni meno di lui. Per l'onore della famiglia è sempre stato spinto "avanti", avanti negli studi soprattutto, ai quali si è abituato a sacrificare ogni altro interesse compreso quello per le ragazze cui si riserva di pensare solo a studi ultimati. Il sintomo di cui parla è curiosamente contraddittorio: teme di buttarsi da una finestra, ma anziché cercare il più possibile di mantenere il contatto col suolo, con la terra, se ne sta rinchiuso in un alto appartamento occupato, col resto della famiglia, da un padre che un grave incidente ha lasciato quasi immobilizzato. L'atto di buttarsi giù prende pertanto tutto un ventaglio di valori metaforici: sia di lasciarsi cadere dall'alto delle attese riposte in lui, sia di lasciar accadere l'event. o che sciolga le sue pulsioni sessuali imprigionate dal "dovere" di sostituirsi al padre, sia infine e nella stessa direzione, di scendere giù verso il luogo dell'origine, che è poi il Sud da cui proviene. Nell'imminenza del servizio militare, che crede di non poter più rimandare, è preso da una sorta di esaltazione supportata dalla credenza delle madri che il militare, cioè la previsione di un dispendio sessuale, non più oneroso di un semplice spurgo di materie sessuali, regolato da una sorta di dis_ciplina omosessuale, faccia bene ai ragazzi. Ottiene però un ulteriore rinvio e questo gli permette di riproporsi il problema degli esami universitari. L'analisi riprende a funzionare in modo non ripetitivo, grazie alla "sospensione" che ripropone il tempo della latenza. Rievoca l'asma che lo colse alla soglia della pubertà, pri31
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