Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

La cosmetica dei classici 1. Il restauro immateriale Già nell'antichità, accanto al problema del restauro filologico di testi canonici, letterari o filosofici, che celebrò il suo trionfo soprattutto durante l'età ellenistica, si pose ben presto la questione del restauro di ciò che era detto nei testi filosofici antichi. Fortunatamente il termine restauro non pare derivare dal greco e ciò può esimere da un viaggio avventuroso attraverso etimologie immaginarie, così care agli scolastici heideggeriani, partendo invece più semplicemente dai suoi usi consueti, soprattutto nel linguaggio delle arti figurative e della politica, per indicare il rifacimento e il ripristino di ciò che è andato perso o è stato guastato in un oggetto, in modo da rimettere a nuovo e ridare vigore o forza a questo oggetto. Anche la storia degli oggetti filosofici classici è stata attraversata da questi tipi di restauri. Ma la necessità di ridare vigore a ciò che è detto in un testo non è un fenomeno naturale. Buona parte della storia della filosofia occidentale, almeno da Platone sino al Settecento, è stata anche una ripresa, elaborazione o distruzione di testi filosofici antecedenti, ma non guidata da volontà di restauri. Si tratta piuttosto di un uso di materiali vaganti, incorpora174

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