Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

ambiente. Anche una serie di intenzioni di carattere strettamente estetico, fino ad una serie di risultati gestuali, legati al momento in cui la pittura veniva realizzata nella sua materia. La ricerca delle intenzioni dell'artista più che un criterio adatto a guidare nel restauro, può costituire una definizione della storia e della critica d'arte. Nel restauro vi sono, naturalmente, vari parametri utili, di recupero funzionale dell'immagine o di conservazione dei materiali originali: principi di orientamento che spesso daranno risposte antitetiche in vista della soluzione di determinati problemi. Comunque, tornando al messaggio iconografico, questo scompare spesso in tempi anche assai brevi. Il ritratto di una persona, ad esempio, non si sa più chi rappresenti e, quindi, vengono meno molti aspetti legati al valore affettivo o simbolico del dipinto. Non voglio ricordare iconografie strane come la 'Tempesta' di Giorgione, ma proprio gli esempi più banali, come quello di un santo il cui nome era scritto sulla cornice: adesso vediamo che è un frate o un apostolo, ma non si sa più chi è. Sono i casi più semplici e ricorrenti di menomazione di questo messaggio. Parallelamente vi è un messaggio figurativo, che rivela una certa visione dello spazio, del colore, della loro funzione nella costruzione delle immagini: un mondo parallelo a quello del messaggio iconografico. Talvolta i due messaggi si intrecciano molto strettamente e senza comprenderne l'uno sfugge anche l'altro; a volte vanno su strade abbastanza libere l'una dall'altra. Naturalmente il restauro non consiste nel recupero di questo messaggio, ma nel modo in cui si conservano o valorizzano i materiali a cui è affidata l'immagine. Viola. Io vorrei tornare al problema della durata - che mi pare centrale nel tuo discorso- e metterlo in rapporto con l'idea della mutazione. Tu dimostri che certi artisti avevano previsto il lavoro del tempo sui loro dipinti: ave134

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