Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

può aggiungere che la formalizzazione della usuale terminologia critico-testuale, qual è stata tentata, per es., da D'Arco Silvio Avalle (in termini di insiemistica e di teoria dei grafi), può servire ad un più efficace controllo della procedura utilizzata, ma non certo ad esaurire l'operazione del critico; ma è lo stesso Avalle a riconoscere che la formalizzazione non contribuisce «a modificare di molto l'assetto logico e i procedimenti tradizionali della nostra scienza»45 . A conclusioni in una certa misura analoghe è pervenuto, più recentemente, O. Arkhipoff, in particolare a partire dall'esame delle tecniche di agrégation dei manoscritti messe a punto da dom Froger: proprio la formalizzazione del problema, nei termini suggeriti da un confronto fra critica testuale da una parte, scienza della politica ed economica politica dell'altra, porta Arkhipoff a concludere che il metodo della critica testuale, sul piano epistemologico, è «essentiellement historique, avec tout ce qu'implique le qualificatif»46. La revisione critica del metodo lachmanniano, avviata ormai da tempo, ha aperto la strada, nell'ultimo decennio, alla sperimentazione di nuovi modelli, mutuati da ambiti diversi delle scienze umane. Oltre alla ricerca di nuove procedure di automazione, che è continuata negli ultimi anni, e che potrebbe indubbiamente portare a risultati di notevole rilievo, va ricordata almeno la teoria messa a punto da H. Boetius47 , volta ad elaborare un criterio editoriale ispirato alla grammatica generativa (un accenno, ancora, merita anche il modello «intertestuale» di P. Dembowski48 ). L'esito più significativo dell'evoluzione recente è costituito, però, soprattutto dalla riconferma della contestualità dell'ecdotica nel più generale ambito della filologia e della critica letteraria, contro le tentazioni di «tecnicizzazione» e di destoricizzazione di questa disciplina. In questa direzione va l'affermazione di un approccio globale al testo, nel cui ambito l'ecdotica può avvalersi, nel suo 121

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