Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

della lettera, restituito dal metodo lachmanniano e dalle sue puntuali integrazioni, una morfologia del virtuale; perché «tutte le volte che il sistema è in gioco, tutte le volte che non si può ricorrere all'opposizione errore/lezione corretta, anche l'operazione ecdotica dev'esser portata nell'ambito del virtuale»52 • Lezione corretta/lezione corrotta, testo critico definitivo/apparato delle lezioni rifiutate: sono «due binarismi da distruggere»; sgombrato il campo da questi e dai «due opposti feticismi» dell'edizione «considerata come un risultato assoluto» e del codex optimus, il nuovo libro dispiega «il testo critico come luogo del reale, l'apparato come luogo del virtuale»53. Stacchiamo dal modello di Segre gli ultimi appunti per il restauro: mondato il reale della lettera dagli errori certi, nel luogo del virtuale si tratterà «di proporre correzioni, ma non attuarle, di abbozzare ricostruzioni, ma lasciarle nell'ipotesi, di segnalare connessioni tra varianti, ma non concludere drasticamente»54 • Nei passaggi aperti all'interpretazione tra un luogo e l'altro si ricompone il circolo autore-testo-lettore: lì continuamente si forma l'immagine di quella mitica 'volontà'; continuamente, e ogni volta in modo diverso, la lettura la identifica con l'originale, con quella lettera assoluta che non sarà mai raggiunta. Italo Viola 102

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