Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

Il demone della narrazione (Bloch, Benjamin, Tieck) Questa è la parte ubertosa, ferace dell'isola. Capri una volta non altro era se non un unico, enorme masso di granito. Savinio, Capri Nel settembre 1924, alla Marina di Capri, Walter Benjamin ed Ernst Bloch trascorsero un'intera notte, «fino al ritorno, all'alba, delle barche dei pescatori»', a discutere su Der blande Eckbert, una fiaba di Tieck del 1796 che può considerarsi inaugurale del Miirchen romantico. Per diversi percorsi, questa discussione esercitò una durevole influenza sulle rispettive riflessioni. La fiaba di Tieck narra di un mite cavaliere, Ecberto, dai folti capelli biondi sul volto glabro, che vive appartato, in solitudine, con la moglie Berta. La placida monotonia della loro esistenza è solo di rado interrotta dalle visite del fido amico Walter; durante una di queste, Walter viene pregato di restare, verso sera, e Berta, spronata dal marito, gli confida il segreto della propria vita: l'esser mancata d'aiuto alla famiglia male in arnese, la fuga dalla casa natale, l'erranza per boschi e crepacci, l'incontro infine con una vecchia che la ospita nella capanna in cui vive con un uccello e un cane. Qui, nella «solitudine del bosco», Berta conduce per anni una vita laboriosa e dolcemente uniforme. Ogni giorno l'uccello, che ripete sempre la stessa canzone, depone un uovo che racchiude una pietra preziosa. Un giorno la vecchia, cui Berta si è affe87

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